[WEBCOMIC] I Diari della Nuke, di Claudia "Nuke" Razzoli

« Older   Newer »
  Share  
mitico.robby
view post Posted on 16/10/2013, 15:11     +1   -1




I DIARI DELLA NUKE

www.mammaiuto.it
www.facebook.com/mammaiuto



Qualche giorno fa ho scritto quello che sarà l'ultimo episodio.
Mi si spezza il cuore, ma uno deve capire quando fermarsi, perché insomma, parliamoci chiaro: di tazze e piedi ne ho disegnati abbastanza, non mi va di ripetermi.
Sono dell'opinione che tutte le serie, specie quelle che funzionano (e i Diari hanno inaspettatamente funzionato) devono fermarsi prima o poi.
Che poi vabbè, sicuramente ogni tanto avrò bisogno di somatizzare le mie frustrazioni e le mie lagne in qualche modo, e Mammaiuto mi ha dimostrato affetto nel distribuirmi aggratis, mentre lo psicologo costa, si sa.

Ma come sono nati i diari?
A dicembre mi giravano le palle.
Volevo scappare e quindi sono andata a Bologna, che è sempre un bel posto dove andare quando hai voglia di piangere e bere tè.
Mentre ero sul treno Prato-Bologna, ho scarabocchiato qualcosa sullo sketchbook e l'ho messo su facebook.
Il vice-presidente Trinchero lo ha visto e mi ha proposto di scrivere meglio quegli appunti e di farne altri, perché potevano piacere.
Boh, ho pensato, perché no? Di cose da dire su di me ne ho.
Pensavo che i fatti miei non interessassero a nessuno, e invece ho ricevuto un sacco di affetto e pacche sulle spalle anche da gente mai vista né conosciuta.
Forse perché, per quanto ci sentiamo speciali e unici, i nostri problemi sono davvero i problemi di tutti.
( Claudia "Nuke" Razzoli )



I Diari della Nuke


Editore:
- Associazione Culturale Mammaiuto

Testi e Disegni:
- Claudia "Nuke" Razzoli


Formato:
- Webcomic, col.




Web Version



Molte ricerche di sé assomigliano alla corsa della Regina Rossa di Alice, a un moto frenetico per restare fermi. Così, dalle pagine de I diari della Nuke di Claudia Razzoli emerge una concitazione di pensieri, azioni e relazioni che la protagonista cerca di sistemare in un nuovo equilibrio, che sia innanzitutto sostenibile nella propria vita quotidiana.
Oggetti, parole e personaggi affollano la tavola e ne riempiono lo spazio in una sorta di horror vacui; lo scopo è suggerire che non ci sia altro oltre a ciò che è messo in scena, che basti leggere e guardare con attenzione per capire.

A rafforzare questo effetto, lo stile scelto dalla Razzoli mira a creare la sensazione di immediatezza: le tavole sono costruite come pagine (di un diario, appunto) riempite velocemente, quasi scrittura/disegno automatici, così da trasmettere la suggestione di pensieri ed emozioni riportati senza elaborazioni o filtri razionali (di ricerca stilistica formale o selezione di contenuti). Questo approccio esalta l’aspetto di “confessione sincera”, apertura senza censure dell’intimità della protagonista e invito al coinvolgimento emotivo.
Abbiamo cioè un gioco illusionista che induce nel lettore la tentazione di credere che sulle pagine sia rappresentato ciò che la protagonista è, mentre Razzoli ci mostra ovviamente solo ciò che la Nuke dice, pensa o fa. Il confronto con il racconto (ad esempio, la riflessione sul proprio mondo a partire dagli spunti che il racconto offre) comincia proprio dalla consapevolezza di questa dicotomia, senza la quale la vicenda, causa l’ambiguità della prima persona singolare narrante, rischia di esaurirsi nell’autoreferenzialità.

Sottolineiamo infatti che se e in che misura la Nuke del fumetto coincida con l’autrice è un punto che ignoriamo volutamente: ciò che il racconto stimola prescinde dalla referenza autobiografica, che aggiungerebbe solo una sfumatura morbosa di nessuna valenza interpretativa.
Un dettaglio biografico importante è invece l’età: 30 anni. L’importanza sta nel fatto che questo dato rende particolarmente dolorose le peregrinazioni meditative della protagonista: tipiche dell’adolescenza, in strumenti, forme e contenuti, non possono più sfruttare l’uscita di sicurezza delle possibilità (il ventaglio di scelte per il futuro) che l’adolescenza comunque offre.

Espressa con le parole di Charlie Brown, la conclusione della Nuke è che, nella sua posizione di trentenne, non può più ambire a vincere, ma solo a pareggiare.
E già questo risultato richiede di risistemare tutta la propria vita, che, all’inizio del racconto, si trova nelle condizioni di una soffitta affollata e intasata da presenze irrisolte, alle quali cioè non corrisponde più il significato sperato o atteso o, semplicemente, pregresso; siano il fidanzato, il padre, la madre o il lavoro.
La Nuke deve ricrearsi una visione del mondo, partendo da un miscuglio di brama di vita, insicurezza di sé e introiezione di luoghi comuni confortanti (l’anoressia come effetto delle pressioni mediatiche e non come risposta alle crisi familiari). Una miscela che prelude a un cammino disagevole, costruito su dissonanze cognitive che chiederanno dazio. Alla fine della corsa, la protagonista si ferma, ed effettivamente si trova là dove era partita. Solo, diversa.

Ma tutto questo (in ciò il tratto importante della scrittura della Razzoli) viene raccontato con una leggerezza che da una parte riesce a contenere derive patetiche e ciniche e dall’altra riesce a comunicare il disagio dell’impossibilità di sostenere la condizione presente e la fatica di ricostruire tutta un’esistenza dalle fondamenta. Se in certi passaggi emerge un autocompiacimento tipicamente adolescenziale, in generale l’ironia è costruttiva. La struttura a tavole sostanzialmente autoconclusive (d’altra parte furono originariamente pubblicate singolarmente su web) consente di scegliere la velocità di lettura, in funzione della quale possiamo godere degli eventi e della loro successione oppure, soffermandoci sulla pagina, confrontarci con gli spunti che ci offre.

La produzione de I diari della Nuke da parte di Mammaiuto ha sfruttato un’iniziativa di crowdfunding sulla piattaforma Eppela: in coda al volume sono debitamente elencate e ringraziate le persone che hanno contribuito alla raccolta e quindi alla nascita di questo volume.
( Thx to Lo Spazio Bianco )



Intervista a Giorgio Trinchero
( Vicepresidente dell'Associazione Culturale Mammaiuto )

I Diari della Nuke e Mooned di Lorenzo Palloni, passano dal web alla carta attraverso il crowdfunding, parola entrata nel vocabolario comune da qualche anno che fa da ponte tra il dire e il fare, tra avere un progetto e vederlo diventare realtà.
Consiste in pratica nella ricerca di un finanziamento, quindi si chiede lo sforzo (economico) della gente per sostenere il processo di sviluppo e realizzazione di un prodotto (di qualsiasi genere). Di solito, visto che bisogna radunare parecchia folla per mettere insieme il budget necessario attraverso il sistema (che comprende una dinamica donazioni/ricompense) ci si affida per la promozione dell’iniziativa ad una serie di piattaforme web, alcune delle quali oggi anche italiane.

Perché hai deciso di utilizzare il metodo del “crowdfunding” per finanziarlo?
Su Mammaiuto.it pubblichiamo fumetti da due anni. Sono tutti lì gratuiti e lì resteranno. Sui libri non c’è niente che tu non possa leggere su web. Il crowdfunding ci permette di iniziare ad ipotizzare un rientro economico, ma senza vendere.
Mi spiego meglio: per leggere le storie Mammaiuto non sei costretto a comprare niente. Se ti piace il nostro lavoro e ci vuoi supportare puoi fare una donazione. Se non puoi pagare, non importa, leggi tutto e se ti piace dillo agli amici ricchi. Quel denaro è tempo per fare altre storie. Il fatto che ti mandiamo anche un libro a casa non è centrale. Poi noi ci divertiamo a fare libri belli e se possibile particolari. Ci piace avere qualcosa da portare alle fiere o nelle fumetterie, ma il loro valore è molto più alto come scusa per un’occasione di incontro con i lettori, piuttosto che nell’oggetto in sé. Non ci interessa vendere i fumetti, ci interessa che le persone li leggano, e naturalmente ci piacerebbe riuscire a vivere facendo i nostri fumetti.
Il crowdfunding è il metodo economico-filosofico migliore per aiutarci a pagare le bollette, senza che si debba diventare dei venditori porta a porta di noi stessi.

Come si stabilisce un budget per un progetto simile? Che variabili tenere in considerazione? Quali spese copre?
Questo budget copre le spese vive della stampa di due piccole tirature, diciamo che ci permette di andare a stampare, e poi a Lucca Comics and Games, senza avere l’ansia del punto di pareggio. Essendo il primo che tentavamo abbiamo deciso di rimanere bassi, per testare anche la risposta dei lettori (che è stata prontissima, commovente).
Era un salto nel vuoto, non ci sono molti casi di webcomic italiani finanziati con crownfunding (anzi io non ne conosco nessuno, se qualcuno ne è a conoscenza me lo dica). Ci stiamo muovendo in un ottica “minimale”. Siamo autori e vogliamo rimanere in questa dimensione, crescere in maniera equilibrata. Abbiamo sempre come primo obbiettivo aumentare la qualità dei fumetti, e solo in secondo luogo esploriamo le possibilità economiche.

Un progetto simile prevede profitti personali per gli autori? In caso contrario, perché comunque vale la pena?
Non direttamente. I soldi vanno tutti alla tipografia senza passare dal via. Poi noi siamo un’associazione, quindi indirettamente con questo sistema evitiamo di autotassarci e riusciamo ad andare a Lucca tranquilli. Da tutti i libri che porteremo in giro (fiere, librerie, fumetterie, store su web che dovremo aprire a breve) gli autori riceveranno l’80% del ricavato.
Ne vale comunque la pena, questa campagna è anche un’occasione per far conoscere il sito in altri ambiti. Stiamo lavorando con un progetto a lungo termine: verifichiamo se quello che facciamo ha senso per i lettori, e testiamo i limiti del sistema in Italia. Impariamo anche in previsione di gestire le prossime campagne, magari più sostanziose, o internazionali come ti dicevo. È uno dei modi che abbiamo trovato per raggiungere nuovi lettori con fumetti sempre migliori, questo resta l’obbiettivo principale.

( Pubblicata su Lo schermo )

Edited by mitico.robby - 25/5/2015, 17:19
 
Top
0 replies since 16/10/2013, 15:11   131 views
  Share