[WEBCOMIC] John Doe - Morte di un piccolo dio, di Lorenzo Bartoli, Roberto Recchioni & Riccardo Burchielli

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mitico.robby
view post Posted on 9/10/2014, 11:40     +2   +1   -1




JOHN DOE
MORTE DI UN PICCOLO DIO


(Omaggio a Lorenzo Bartoli)


Lorenzo Bartoli è uscito di scena a soli 48 anni. L'ha fatto in silenzio, lasciando un profondo vuoto nel cuore dei tanti lettori che da anni lo seguivano affascinati dalla sua capacità di saper esplorare l'animo umano. Il mondo del fumetto italiano è in lutto per questo addio inaspettato e qualcuno ha già mosso i primi passi per omaggiare al meglio il bravo sceneggiatore.

Prima di tutto ci ha pensato Roberto Recchioni che ha pubblicato sul blog Dalla Parte di Asso un articolo contenente una preziosità unica: è stata messa a disposizione di tutti una delle storie più belle e intense realizzate da Lorenzo Bartoli.

E' possibile scaricare gratuitamente il contenuto dell'albo John Doe #12 - Morte di un piccolo dio, uscito nel 2004 per Eura Editoriale. L'attuale curatore di Dylan Dog ha consigliato a tutti di condividere questo gioiello, per farlo scoprire a chi non l'ha mai letto. Leggere e rileggere questa avventura di John Doe è sicuramente uno dei modi per ricordare al meglio un grande artista!
( Thx to Comics Blog )


"Io e qualche amico abbiamo pensato di mettere a disposizione di tutti una delle storie più belle di Lorenzo Bartoli.
Per farlo conoscere a chi non lo ha mai letto, e per farlo ricordare a chi, invece, lo conosceva.
Se volete condividerla, ci fa piacere."
( Roberto Recchioni )




Morte di un piccolo dio
( John Doe #12 )

Editore: Eura Editoriale

Soggetto: Lorenzo Bartoli, Roberto Recchioni

Testi: Lorenzo Bartoli
Disegni: Riccardo Burchielli


Formato: Digitale, 98 pp, b/n


Link:
- PDF Version





Lorenzo Bartoli

Nato a Roma il 7 aprile del 1966, esordisce in campo fumettistico nel 1988 sulle pagine della rivista L’Eternauta, di cui successivamente diventa direttore.
Nel 1993, per Macchia Nera Editore, crea Arthur King assieme ad Andrea Domestici.
In seguito diventa direttore editoriale di Eura Editoriale, per cui realizza diverse storie brevi sui settimanali Skorpio e Lanciostory.
Sempre per Eura, insieme a Roberto Recchioni, crea e sceneggia le serie John Doe (2002) e Detective Dante (2005).
Lavora inoltre per Disney, Bonelli Editore (con alcune storie per Martin Mystère) e per il mercato americano.
Fra le sue collaborazioni più frequenti c’è quella con il disegnatore Massimo Carnevale, con cui per Eura realizza le storie Il dono di Eric (2002) – ’Miglior volume a fumetti d’autore italiano’ a Lucca Comics 2001 – e Uomini e Topi (1997-1998).
Sotto lo pseudonimo di Akira Mishima scrive i romanzi Bambole (1996) e Overminder – Il sognatore (1998), entrambi pubblicati da Fanucci.
Nel 2007 Edizioni BD stampa Cuori da Bar, un’antologia di racconti brevi. Altri suoi scritti si possono leggere sul blog personale.
Per il cinema ha sceneggiato la trasposizione del suo romanzo Bambole e i film La prova, Piano americano e Radio Karika.
( Thx to Fumettologica )



Intervista a Lorenzo Bartoli
( Pubblicata su Cumicus il 24 Aprile 2004 )

JOHN DOE numero 12.
Perché questo albo può essere definito cruciale per la serie del nostro fuggitivo?


Perché chiude il primo anno. Perché riunisce i protagonisti della serie. Perché mette in campo Entità mai apparse finora. Perché Riccardo Burchielli l'ha disegnato in uno stato di grazia davvero notevole. La storia, poi, è andata giù dritta e serena. A Rrobe piace un sacco, mentre il mio parere in questo caso non fa testo: per esempio, devo dire di essermi divertito parecchio a scrivere le battute del numero 10 "Il re del mondo", cercando di trovare quella misura dei comici americani che a noi non fanno ridere quasi mai. Molti commenti in Rete suonavano così: "Le battute del protagonista... non fanno ridere!", e io ero soddisfatto come una Pasqua

Parlando a proposito del progetto alla base di John Doe, Roberto Recchioni ha più volte dichiarato che è vostra intenzione strutturare la serie in archi narrativi da dodici episodi, con una struttura simile a quella utilizzata per produrre le serie televisive d’oltreoceano. Come nasce questa idea?

Il format televisivo dei telefilm americani crea affezione e permette di sovvertire in corsa le regole che hai impiegato un'intera stagione per seminare. In sostanza, chi ha la pazienza di aspettare viene premiato... e chi si affeziona troppo agli stilemi e ai protagonisti può rimanere un po' deluso. Noi ci sentiamo più simili a esploratori più che a guide: non sappiamo a che lettore vogliamo rivolgerci, ogni volta è una scommessa... e ogni 12/24 numeri raddoppiamo la posta.

Su John Doe ti alterni, mese dopo mese, alle sceneggiature con Roberto Recchioni
Tu e Roberto avete uno stile di scrittura molto differente ed imponete un continuo cambio di ritmo al flusso delle avventure. Al lettore più fedele viene immediatamente voglia di paragonare i vostri stili e la vostra tipologia di approccio al personaggio; come vivete questa, anche inconscia, sfida cui vi sottoponete puntualmente? C’è rivalità tra te e Roberto?


Io credo che il lettore medio (quello che non scrive sui Forum e non va alle fiere) non si accorga nemmeno del cambio di autore (e nemmeno di disegnatore, anche se questa forse è una teoria un po' troppo estrema). Chi se ne accorge, esprime le proprie preferenze. Molti lettori apprezzano entrambi, alcuni preferiscono lui, altri seguono le mie storie con più passione. Questo ci riguarda poco. Le due voci alternate fanno bene alla serie e non creano rivalità tra di noi, che siamo troppo amici per cadere in questi tranelli. Io scrivo da più tempo, ma vivo il rapporto col mondo del fumetto in maniera più defilata. Roberto è l'esperto, quello sempre in prima linea, e spesso risponde al posto mio ad attacchi e critiche positive che mi riguarderebbero più o meno direttamente. Ed è giusto che sia così. Io mi faccio sentire solo quando l'attacco va troppo sul personale o quando viene da persone che vorrebbero tanto scrivere, hanno "...un'ottima idea nel cassetto che Carnevale disegnerebbe alla perfezione, altro che le storie che gli scrive Bartoli...". Io sono in giro dal 1988 e porto a casa un bel po' di storie al mese. Ho una qualità media decorosa, con qualche caduta e qualche vetta, e faccio il lavoro che più mi piace. Sono fortunato. Del resto, effettivamente, mi interessa poco...

Come giudichi il lavoro di Roberto?

Ottimo e abbondante. Scrive storie che apprezzo e che faticherei a scrivere io. A volte si innamora di gag o situazioni che verrebbero comprese solo da una minoranza di pubblico ed è solo allora che cerco di mediare, di rendere il suo linguaggio più "esopiano", capace di parlare a più livelli. E' bravissimo sui soggetti e sulla continuity ma non persegue l'originalità a tutti i costi e credo che questo sia un pregio, anche se personalmente cado spesso nella trappola di cercare troppo la situazione spiazzante o il taglio d'autore. A volte, butto la palla nella mia porta. Altre volte, invece, riesco a fare il buco nella ciambella. In sostanza: lui è forse più "solido" e io più "etereo". Per questo motivo, lui parla allo stomaco e io al cuore, ma a volte ci scambiamo più o meno inconsciamente i bersagli.

Scrivi un’infinità di storie brevi e sei albi di John Doe all’anno … quante ore lavori al giorno? Come è strutturata la tua tipica giornata lavorativa?

Dunque... sveglia alle 8.30, vestizione di mia figlia Greta (3 anni, quasi 4), colazione. Il computer si accende alle 9.15. Zingarate su Internet: siti di fumetti, ecc. Poi inizio a lavorare e vado dritto fino all'ora di pranzo. A quel punto, visto che mia figlia torna a casa da scuola e il livello di inquinamento acustico sale di intensità fino a raggiungere decibel da segheria industriale, mi sposto a studio. Come forse qualcuno sa, collaboro un po' di tempo con la RED WHALE, soprattutto come sceneggiatore, per cui il pomeriggio mi dedico un po' a Monster Allergy e un po' alle traduzioni dei fumetti per Lanciostory e Skorpio. Ritorno a casa verso le 19 e allora ridivento papà e marito a tutti gli effetti; cucino, gioco, guardo un po' di televisione. Dalle 23 fino a stanchezza, mi dedico alla lettura... e poi devo confessarvi una cosa: a un certo punto, mi addormento!

A detta di molti, per poter scrivere fumetti bisogna avere una fantasia maledettamente fertile e bisogna continuamente sfamare la sete di conoscenza e di ispirazione della propria mente. Tu cosa fai per saziare questa sete?

Leggo molto, vedo film e le solite cose. Ma il segreto, almeno il mio, è un altro. Sono incuriosito dalle persone, raccatto le loro storie come un mendicante di emozioni. Faccio domande, mi interesso, telefono, scrivo, incentivo i rapporti umani, organizzo il calcetto due-tre volte alla settimana, e così facendo, mi capita di rimanere in contatto ogni giorno con svariate decine di persone. Quello è il mio serbatoio. Inesauribile, o almeno spero.
 
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