Fumetti in Giappone

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 21/9/2012, 00:58     +1   +1   -1
Avatar

Advanced Member

Group:
MFP FAN
Posts:
1,044
Reputation:
+1

Status:


Hikaru l'altro giorno mi è balenata in mente una domanda, e ho subito pensato di chiedere a te.

Mi chiedevo, ma con la grandissima mole di produzione fumettistica propria in Giappone esiste il fumetto estero?

Certo non dico i Bonelliani, o i fumetti francesi, ma mi chiedevo se esistesse l'importazione di almeno quelli Americani, dato che comunque in Giappone conoscono sicuramente almeno gli eroi di casa Marvel, dato che hanno fatto anche serie Anime al riguardo su Blade, Wolvwrine, X-Men e altri.

Edited by Airio - 25/9/2012, 01:12
 
Top
view post Posted on 21/9/2012, 13:08     +1   -1
Avatar

Senior Member

Group:
BANNATI
Posts:
18,933
Reputation:
+2

Status:


bella domanda,sono curioso anch'io!
 
Top
view post Posted on 21/9/2012, 13:33     +1   +1   -1
Avatar

Pilota di Robot

Group:
Administrator
Posts:
10,316
Reputation:
+86
Location:
Pianeta Fleed, stella di Vega

Status:


Per quanto ne so io, la vita dei comics in Giappone è molto travagliata...
Ogni tanto cercano di combinar qualcosa per suscitare interesse, sin dagli anni '70... ma con poco successo... ricordo un manga di Ikegami su spider-man o la sua serie tv dove Spidey pare un power ranger con tanto di robot... credo che ci sia uno spiraglio maggiore dopo il successo dei film sin dallo Spidey di Raimi... ma sempre molto blando rispetto alla portata dei manga.

Ma sentiamo il nostro esperto.... sperando si faccia vivo! eh eh eh! :XD:
 
Web  Top
Hikaru-Genji
view post Posted on 23/9/2012, 22:50     +2   +1   -1




Sì, mi sono fatto vivo. :miao: :harhar:
Ma in questo campo non sono affatto un esperto e ho chiesto a chi ne sapeva più di me sull'argomento. In realtà, persino questa persona che conosco da tempo, giapponese naturalmente, mi ha saputo dire poco o nulla sui fumetti occidentali in Giappone. Il motivo è semplice: i fumetti occidentali sono poco diffusi e vendono ancora poco rispetto ai manga.

Al di là di questa mia breve indagine sulle abitudini della gente del luogo, ho preferito cercare qualche articolo in lingua inglese che chiarisse meglio la faccenda e l'ho trovato sull'autorevole sito "BBC News", risalente all'anno scorso. Perciò ancora recente e applicabile all'attuale situazione.

Ho tradotto e adattato le parti salienti che riporto qui in forma di riassunto, perché credo siano sufficienti a chiarire come stanno le cose.
L'articolo fa riferimento non solo al Giappone, ma all'intero mercato asiatico.

------------------------------------------------------------------------------------------------

A parlare è il vice presidente senior della Marvel, CB Cebulski. Stando a quanto dice, le vendite negli Stati Uniti sono state piuttosto scarse negli ultimi tempi e vi è stato un declino dovuto a diversi fattori. Questo ha convinto la Marvel e la vecchia rivale DC Comics a rivolgere il proprio interesse anche ai mercati esteri.
Cebulski ha dichiarato che le vendite sono in calo a causa della prepotente entrata sul mercato di altri prodotti come videogiochi, social media, film e, non ultima, la pirateria. In buona sostanza, gran parte della fetta di mercato prima occupata da questi fumetti è stata invasa da questi prodotti.

In Asia, soprattutto in Giappone, c'è una cultura "fumettistica" ormai radicata da tempo e con un vastissimo bacino d'utenza e moltissimi fans sparsi in tutta l'area.
Il manga giapponese tende, solitamente, a rappresentare la gente comune, mentre i fumetti americani hanno nei super-eroi il loro marchio di fabbrica. E il manga nella sua forma più tradizionale continua ad essere immensamente popolare.
Stando a quanto riportato da All Japan Magazine e dalla Book Publishers and Editors Association l'industria del fumetto ha ottenuto un fatturato di 420bn yen (pari a $5.5bn) nell'area in questione, ovvero in Asia.

Alcuni titoli hanno conquistato larghe fette di mercato in altre parti dell'Asia, di solito meno sensibili al fenomeno, con titoli quali Naruto e Bakuman.
Secondo un sondaggio svolto in 10 differenti città nell'area di riferimento, il manga ha fatto proprio addirittura il 50% del mercato a Taiwan e Hong Kong, mentre i fumetti occidentali si sono dovuti accontentare solo dell'11%. La ricerca è stata condotta da Hakuhodo, un'agenzia giapponese.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Difatti in Giappone le vendite stanno calando rapidamente ed è un periodo di crisi che dura ormai da molti anni.
Persino il governo giapponese si è fatto avanti, proponendo un piano per promuovere in modo ancor più aggressivo la propria cultura tradizionale e vari altri contenuti, incluso il manga, e conquistare i mercati internazionali più di quanto abbiano fatto in passato.

A questo punto della questione risultano parecchio interessanti e rivelatrici le dichiarazioni del Sig.Cebulski.
Le compagnie americane di comics hanno cercato di conquistare e attirare nuovi appassionati grazie a film di recente produzione, e anche di ottima qualità, come Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro e tanti altri.
Nonostante il cinema stia certamente dando un grande aiuto al mercato dei comics, ciò non è garanzia di successo; anche in considerazione di quello che è spesso avvenuto in un passato caratterizzato da cocenti delusioni.
Cebulski, a tal proposito, ricorda come la compagnia negli anni '90 cercò di irrompere nel mercato coreano e giapponese, ma ammette che la formula per la riuscita dell'operazione non era quella giusta.

"Abbiamo fatto un po' i prepotenti. Abbiamo cercato di farci strada senza curarci di nulla e siamo stati letteralmente respinti. Il problema sta nel fatto che abbiamo avuto la presunzione di imporre al mercato asiatico qualcosa, dicendo che era quello di cui avevano bisogno" dice Cebulski.

E poi continua "Abbiamo sempre trovato il mercato asiatico per certi versi impenetrabile".

Probabilmente, una delle ragioni principali di questo "insuccesso" del fumetto occidentale in Asia, soprattutto in Giappone se parliamo di fumetti americani, sta nella rappresentazione quasi assente di modelli asiatici nei comics, in qualsiasi ambito, a partire dai disegni.
In passato i comics americani sono stati accusati di raffigurare in forma di "caricatura a due dimensioni" qualsiasi personaggio appartenente a un diverso gruppo etnico.

"Nei primi 35-40 anni di storia dei comics, venivano fondamentalmente narrate storia senz'alcuna indicazione di razza, religione o gruppo etnico" afferma l'ex presidente della DC comics, Paul Levitz.

"La razza, in termini di reale diversità, era un concetto praticamente inesistente nei primi decenni di produzione." continua il sig.Levitz.

In altre parole, Levitz vuole far capire che a quei tempi non ci si era neanche posti il problema di determinare razza o altre cose del genere. Si scrivevano le storie quasi "ingenuamente" senza far caso a certi dettagli che, evidentemente, non hanno incontrato il gradimento della gente dall'altra parte del mondo.

Questo è il passato.
Allo stato attuale sia la DC Comics, sia la Marvel sono decise a ritornare sul mercato asiatico con rinnovata energia e strategie più ragionate.
"Per cambiare le cose è necessario introdurre forze fresche: sceneggiatori, artisti e nuove prospettive" dichiara Levitz.
Cebulski, dal canto suo, è d'accordo sull'affermare che uno dei modi per entrare nel mercato orientale sta nel concedere maggiore controllo creativo ai propri artisti in Asia.

Benajamin Ang è uno di questi artisti.
Il 27enne di Singapore è stato recentemente reclutato come disegnatore dalla Marvel, attualmente la più grande compagnia di comics nel mercato americano.
Fra i suoi personaggi preferiti vi sono Spiderman, Thor e gli X-Men.

"Sono un loro grande fan sin dall'infanzia" ha dichiarato Ang.
"Mio fratello collezionava manga, mentre io collezionavo fumetti americani. Poi ce li scambiavamo e nel mio caso il risultato, come disegnatore, è una fusione dei due stili, come si può ben vedere."

Ang crea le sue pagine digitali che poi invia per e-mail alla Marvel. Uno dei suoi primi lavori consisteva nel creare le copertine per gli ultimi fumetti di Spiderman.

_54676466_theamazingspiderman-benang

Cebulski ha dichiarato che la Marvel vuole questi artisti, così come altri artisti validi da altre parti del mondo, per portare nuova linfa vitale all'universo Marvel grazie a influenze provenienti da culture e visioni diverse.
Con l'aumento del fattore creativo, sono stati introdotti un maggior numero di afro-americani, asiatici e personaggi femminili, accompagnati da una diversa sensibilità e da valori, che si riflettono proprio in questi personaggi, rappresentativi della cultura in seno alla quale questi differenti artisti sono cresciuti.

Tuttavia, quel che sembra attrarre maggiormente i lettori non è una diversificazione dei personaggi, ma renderli il più possibile reali, più vicini alla gente comune, seguendo quella che è la concezione in Asia, così come possono essere Spiderman e Batman per i fans negli Stati Uniti sulla base della cultura e della concezione americana.

Infine, in un prospetto con i dati di vendita (non dice a quale anno si riferisce, ma sicuramente al 2010-2011), c'è una media che vai dal 20% al 40% in termini di scarto fra i fumetti occidentali e i manga. In altre parole, il manga vende mediamente il triplo, se non di più, rispetto ai fumetti occidentali nelle varie regioni dell'Asia.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Questo è l'articolo che ho trovato molto utile per capire come stanno le cose.
Ma, pur non essendo un esperto né di comics né di manga in senso stretto, vorrei aggiungere qualcosa.
La persona a cui ho chiesto informazioni non sapeva quasi nulla, perché in Giappone, parlando proprio di quel paese in questo caso, i manga sono una perfetta rappresentazione del nazionalismo giapponese. E non sono l'unica.
I giapponesi sono generalmente molto curiosi e accettano qualsiasi confronto con le culture straniere, adottandone caratteristiche qualora le ritengano appropriate al loro stile di vita.
Questo aspetto è fin troppo evidente, dalla moda, alla tv, alla cucina, ai manga e agli anime.

E' certamente vero che in passato c'è stata una sorta di chiusura da parte degli occidentali, se ci riferiamo al fumetto ma non solo, nel non voler rappresentare altri gruppi etnici o razze. Il fumetto americano in particolare era di stampo tipicamente patriottico, quindi non credo che il problema risiedesse in un presunto razzismo da parte degli autori, bensì in una visione del mondo tipicamente americana che si trascina ancora oggi in forma leggermente rinnovata.

Io, personalmente, la vedo un po' come una giustificazione e una ipocrisia da parte dei giapponesi, se è vero quel che dice Levitz. Naturalmente lui non si può sbottonare in una dichiarazione ufficiale e deve mantenere un basso profilo e un tono distensivo.
I giapponesi, nonostante le apparenze, non digeriscono molto gli americani. Il fatto che vengano presi spesso a modello, che vi siano matrimoni misti o una pubblicità diffusa per invitare la gente ad apprendere l'inglese, è solo uno specchio dei tempi. Il modello americano è spesso utile, sbrigativo e dà ottimi risultati, anche in termini di business.
Ma i giapponesi, non tutti, credo di aver capito da vari discorsi un po' scomodi che mi è capitato di fare, ancora hanno un certo astio verso gli americani. Astio che risale, naturalmente, all'ultima guerra e alle sofferenze patite dai giapponesi, soprattutto in termini di umiliazione.

E' difficile che i giapponesi ammettano questo, ma mi è capitato spesso di vederli scrivere o dire cose che mi facevano pensare "Ancora la situazione non si è risolta... ci vorrà tempo". Il fatto è che loro difficilmente esprimono i loro sentimenti e tendono ad evitare di essere troppo diretti.
Del resto, quando mi son trovato a dire ad alcuni di loro che durante la seconda guerra mondiale il Giappone è stata una dittatura sanguinaria portatrice di morte e sofferenza in tutto l'est asiatico, mi stavano quasi per mandare a quel paese. Non hanno senso critico e difficilmente ammettono i propri errori, se non di fronte all'evidenza.

Prendo un esempio banalissimo: i videogiochi.
La presunzione dei produttori giapponesi è quantomeno leggendaria. Non ammettono mai i propri errori e scaricano le colpe sugli altri. Solo quando davvero sono con le spalle al muro e l'evidenza li rende dichiaratamente colpevoli, sono disposti ad ammettere il loro errore e lo fanno nella maniera più palese. Per contro, c'è gente più "moderna" che va contro questa visione e ammette che bisogna lasciare spazio a nuovi elementi e accogliere la mentalità occidentale in termini di idee e non solo di prodotti, mode e altre cose futili.

Questo i giapponesi l'hanno fatto in passato e poi son tornati indietro. E' un continuo tira e molla che genera confusione. Difatti, l'attuale società giapponese è la quintessenza della confusione.

Questo discorso, mia personale opinione e visione delle cose, l'ho fatto per evidenziare le contraddizioni, quando parlo di giustificazione e ipocrisia. Anche se non ipocrisia in senso strettamente negativo, intendiamoci.
Tutti i manga e tutti gli anime giapponesi raffigurano personaggi occidentali. E' rarissimo vedere un personaggio chiaramente giapponese. E anche quando è giapponese, difficilmente è un vero giapponese; ha sempre qualcosa di occidentale.
Disegnano così perché i giapponesi sono affascinati dalla cultura occidentale, come noi siamo affascinati dalla loro cultura antica.
La differenza sta nel fatto che noi ne parliamo senza problemi, loro quasi si nascondono. Noi critichiamo tutto e lo facciamo senza problemi, loro no. Però, poi, vedi i manga e sono tutte figure occidentali.

Ha ragione nell'articolo quando dice che non devi imporre la tua visione. Devi farlo con furbizia e adattarti alle circostanze se vuoi vendere.
Per capirci, il manga ha sì personaggi occidentali, ma tutti i comportamenti sono un misto fra giapponesi e occidentali, in base al tipo di storia.
E' quello che spesso i giapponesi vorrebbero essere: liberi ed espressivi come noi, aperti ed estroversi, ma al tempo stesso mantenere la loro identità culturale che amano incondizionatamente.

La loro "ipocrisia" e "giustificazione", a mio modo di vedere, nasce proprio da questa confusione dei ruoli, oggetto fra l'altro di critiche severe da parte delle vecchie generazioni. La società deve accettare lentamente determinati cambiamenti, per paura di perdere la propria identità. Paura, a mio parere, infondata perché un'identità che ha una storia di 1600 anni difficilmente si sradica mettendo un paio di Mc Donald's o vendendo fumetti di Spiderman.
Loro prendono le cose occidentali ma le "nipponizzano" quasi tutte, quasi a sentirsi più sicuri così, a volte con effetti esilaranti.
Ecco perché spesso quando vedo un/una cantante pop giapponese che scimmiotta palesemente gli occidentali trovo la cosa ridicola. E' come se un cantante hip-hop volesse imitare un cantautore napoletano. Tranne rarissimi casi, non funziona così. Nun se po'. :D

Insomma, i giapponesi, conoscendoli un pochettino, bisogna saperli prendere, capirli e accettarli. In questo la Marvel/DC Comics non sbaglia di certo, dal punto di vista dei loro affari, soprattutto perché sono americani e devono andarci cauti.
Non si può pretendere che dall'oggi al domani loro diventino aperti come noi, estroversi come noi, parlando da italiano. E' giusto che siano diversi, come noi (italiani) siamo piacevolmente diversi per loro.
Il problema sta solo nell'essere maggiormente critici e liberarsi di determinate costrizioni mentali che hanno e che difficilmente se ne andranno col tempo.

Ultima cosa, tornando ai manga giapponesi. La produzione di manga capolavoro, se vogliamo chiamarli così, risale ormai a fine anni '80, inizio '90, prima del quale c'è stato il periodo d'oro. Un vero e proprio vulcano di idee. Poi, il Giappone si è letteralmente globalizzato e il risultato sono le immani porcherie, con rarissime produzioni davvero degne di nota, degli ultimi anni. Roba che si legge e si dimentica in poco tempo.
Credo di avere abbastanza gusto e conoscenza per dire che il manga, allo stato attuale in Giappone, è messo molto male, perché è l'ombra di sé stesso. Non parliamo poi degli anime, 90% dei quali scadenti da non credere.

Gente come Go Nagai non c'è di certo, ora come ora. Ci son bravi disegnatori, ma pessimi sceneggiatori e creatori di storie, fatte salve poche eccezioni o la vecchia guardia.

Mi sono dilungato e mi fermo qui per non annoiarvi oltre. Volevo solo dare la mia personale opinione in termini molto, forse troppo, generali. Ma la verità è che bisogna conoscere la cultura con cui si ha a che fare per essere accettati e nel caso dei giapponesi ancora di più.

Ovviamente tutto ciò è una mia personale opinione maturata col tempo e attraverso le mie esperienze.
 
Top
view post Posted on 25/9/2012, 00:05     +1   -1
Avatar

Advanced Member

Group:
MFP FAN
Posts:
1,044
Reputation:
+1

Status:


Beh dirti che sei stato estremamente esauriente, mi sembra riduttivo, mi hai dato molti spunti su cui riflettere.
 
Top
4 replies since 21/9/2012, 00:58   188 views
  Share