[WEBCOMIC] Le ragazzine stanno perdendo il controllo, di Ratigher

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mitico.robby
view post Posted on 29/7/2015, 15:09     +1   +1   -1




Le ragazzine stanno perdendo il controllo

http://ratigher.blogspot.it

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Le due giovani protagoniste di questa storia, Motta e Castracani, sono amiche stravaganti, escluse da ogni contesto sociale ritenuto normale, due anime sole che cercano il proprio posto nel mondo vivendo la propria vita una accanto all’altra. Ad accomunarle una malsana passione per le (non necessarie e totalmente auto-prescritte) analisi mediche e la voglia di affermare la propria identità al di fuori della società così come viene loro imposta, arrivando a scatenare liti furibonde, risse, offendendo professori e figure autoritarie. Fino a che i genitori, scoperta la morbosa relazione tra le due, intervengono per dividerle. E mentre Castracani scompare, risucchiata, a causa di una misteriosa diagnosi, in quel limbo ospedaliero fatto di controlli e macchine strane che tanto ha anelato, Motta viene spinta a vivere la propria normale vita da adolescente, che però scopre non fare per lei. Meglio tornare da un’amica tanto diversa, diversa come lei, e affrontare insieme la fine azzurra che le aspetta.

Rispetto a TRAMA, primo romanzo a fumetti che ha fatto scoprire a tutti il talento di Ratigher, violento, disturbante, a tratti criptico ma in alcuni passaggi un po’ vacuo, in questo fumetto l’autore abruzzese si sposta su un terreno già ampiamente battuto, quello dell’adolescenza ribelle e incompresa, per plasmarlo a sua immagine e iniettarvi i suoi contenuti, riuscendo a smarcarsi da alcuni cliché tipici del genere. (...)


Le ragazzine stanno
perdendo il controllo



Testi e Disegni:
- Ratigher


Formato:
- Digitale, 64 pp, col.


Link:
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(...) Più che i contenuti, è il modo di narrare il vero punto forte di Ratigher, che qui sceglie consapevolmente di introdurre un nuovo elemento, il colore, per arricchire e dare ancora più forza alla narrazione che continua quel discorso sul corpo, sulle sue deformazioni, sulla materialità che si fa identità personale già introdotto in TRAMA. Il tratto è chiaro ma non regolare, senza perfezione, i volti e i corpi non sono belli, ma sono veri, reali, tangibili, sofferti, e il colore interviene a dare tridimensionalità e sostanza, le figure diventano pesanti, si possono quasi afferrare.
Ed è proprio il corpo a essere il tema fondamentale del fumetto. Quel corpo adolescente che cambia e che spesso ci fa sentire spaesati, che non ci fa più capire chi siamo, qui viene esplorato dalle due protagoniste, indagato attraverso analisi mediche, in una ricerca non filosofica ma carnale, per affermare con forza e un pizzico di disperazione la loro presenza nel mondo, una presenza diversa e unica.

Ratigher riesce a trasmettere emozioni oneste e profonde attraverso immagini stravaganti e distorte, a cogliere il senso più intimo di ciò che sta raccontando, rimanendo con i piedi ben radicati nell’animo umano alle prese col cambiamento adolescenziale, pur volando in un immaginario bizzarro, senza equilibrio, che raggiunge il culmine proprio nel finale assolutamente inaspettato, spiazzante.

( Estratto dall'articolo: Il colore dell’adolescenza - Thx to Lo Spazio Bianco )



Intervista a Ratigher
( Pubblicata su Fumettologica - 04-06-2014 )

Raccontaci di cosa parla il tuo nuovo fumetto.

Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra è la storia dell’amicizia tra due ragazze adolescenti con la bizzarra passione per le analisi mediche. Come tutti quelli che non percorrono sentieri ortodossi, le ragazzine saranno osteggiate e malviste, ma il loro legame gli darà la forza per continuare a distinguersi. Verranno divise, nel tentativo di addomesticarle e riportarle alla norma, arriverà il dramma. Il finale è a sorpresa; così a sorpresa da non essere descritto con parole ma con un colore, l’azzurro.

Perché hai preferito la “vendita diretta” rispetto al crowdfunding, che ultimamente sembra andare per la maggiore?

Per due motivi, uno tecnico e uno di indole. Dal punto di vista tecnico il mio progetto non credo sia da crowdfunding, uno strumento che penso dia il meglio su idee veramente difficili da realizzare o che abbiano aspetti particolarmente sperimentali o bizzarri come fulcro. Per quanto riguarda la mia indole, non riesco ad esimermi dal rischio quando mi propongo come autore. È il mio sport estremo, faccio i fumetti puntando al massimo effetto, con il dogma di evitare sempre di compiacere chiunque. Come faccio a chiedere aiuto se la scintilla primordiale dei miei fumetti è la sfida? Sarebbe come chiedere un euro per darti un pugno in bocca; e se te lo rifilo con un impeccabile montante, gridando il tuo nome prima, la sostanza non cambia.

Che aspettative di vendita hai e che tipo di riscontro ti aspetti dal pubblico?

Non ho aspettative, è un esperimento. Ho però dei traguardi molto chiari che oscillano tra cocente sconfitta (100 copie vendute) e vittoria e saccheggio (500 copie vendute). Dal pubblico mi aspetto che l’idea di avere ora, o mai più, un libro al quale sei anche solo lievemente interessato, te lo renda necessario.

Perché la scelta di correre da solo e non con un editore come in passato?

Non è o soli o con l’editore. Sto correndo anche con un editore, più precisamente sto realizzando una graphic novel per i tipi di Canicola, ed è una collaborazione stimolante ed avvincente. Sono convinto però che non è più tempo per un’unica strategia da parte degli autori, bisogna diversificare ed ibridare le tecniche di produzione e cercare di correggere le storture, affinando più sistemi rispetto al tentativo di renderne uno solo perfetto. Il metodo PRIMA O MAI, che adotto in questo caso, cerca di correggere la cronica mancanza di guadagni delle produzioni meno mainstream, ma non è certo l’ottimo per quanto concerne la diffusione dei miei fumetti. Ad esempio Canicola mi ha già permesso di essere pubblicato, e molto bene, all’estero. Voglio percorrere tutte le strade che riesco ad inventarmi e tutte quelle in cui mi invitino.

Hai rifiutato per caso qualche contratto con editori importanti?

No, questo progetto è nato per ottenere quello che nemmeno Mondadori (nome grande a caso) può dare.

Che tipo di storia hai voluto raccontare con Le ragazzine stanno perdendo il controllo? Ti sei ispirato a qualche lavoro in particolare?

Volevo realizzare una storia breve che prendesse le mosse da Son più bella io o sei più bella tu, una canzone della migliore rock band di Lodi, gli X Mary. Ragionandoci sopra, in un pomeriggio mi si è dipanata in testa una storia lunga, divisa in tre atti, avvincente, commovente e adolescenzialmente ribelle. Ho pensato “ammazza che culo” e ho deciso che doveva avere la precedenza sull’altro libro che stavo facendo.

Questo libro mi ha permesso anche di confrontarmi con i miei autori americani feticcio, Daniel Clowes e Jaime Hernandez, visto che entrambi hanno raccontato di giovani donne legate da profonda amicizia. L’obbiettivo che mi prefisso è sempre lo stesso di ogni libro, realizzare una storia che, con poche portate, lasci il ricordo di una cena luculliana.

Cos’è cambiato da Il peso di una testa mozzata?

Le novità sono due: la più grande è l’utilizzo del colore. Ho fatto palestra sulla serie che realizzo per Vice, Intanto Altrove, e mi è venuta l’ambizione di inserire questo potentissimo strumento narrativo in una storia lunga. È veramente complicato e, nonostante avessi dei riferimenti forti a cui appoggiarmi (guardavo a Christophe Blain e a quel guitto di Nicolò Pellizzon) ho fatto fatica ad utilizzare i colori come strumento più che decoro, c’è sempre il rischio di farsi traviare. Credo però di aver domato il mostro.

L’altra novità, più piccola, è che ho usato la diagonale dei fumetti americani, le tavole appaiono quindi più strette e lunghe.

Come procede il lavoro su Dylan Dog?

Sempre meglio; più mi addentro nelle possibilità che un personaggio simile ha e più mi si spalancano abissi da riempire di terrore e avventura. È veramente un’occasione unica, e quando il tuo compito è quello di narrare solo i punti salienti dell’esistenza, è come vivere in una storia scritta bene; nel caso di Dylan in un incubo.

Edited by mitico.robby - 31/7/2015, 16:34
 
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